L’agopuntura laser è una particolare forma di agopuntura in cui gli aghi per la stimolazione vengono sostituiti da una luce laser

Cosa intendiamo per laser?

Si tratta di un acronimo (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) utilizzato da sempre per definire questa tecnologia. Sottolineiamo come non sia da  confondere sotto la denominazione di laser anche l’utilizzo di diodi super luminosi (LED) che spesso vengono spacciati come laser senza possederne le caratteristiche favorevoli.

Quali sono le caratteristiche di un laser?

La “luce” emessa è “coerente” e “monocromatica”. Intendiamo per coerenza il fatto che tutte le onde emesse sono in fase. Intendiamo per monocromaticità il fatto che il laser dovrebbe idealmente produrre una luce di un solo colore e di una sola lunghezza d’onda.

Come interagisce con i tessuti biologici il laser?

Per riuscire ad esercitare un effetto sui tessuti biologici i fotoni emessi devono essere assorbiti da particolari molecole biologiche definite cromofori o fotorecettori. L’interazione con il laser porta a tutta una serie di reazioni la cui sintesi finale attraverso l’aumento di ATP garantirebbe una maggiore disponibilità energetica per la cellula.

Non tutte le lunghezze d’onda (colori) dei diversi laser, pur possedendo effetti significativi, riescono a raggiungere gli strati più profondi del corpo perché molte sono assorbite dai tessuti superficiali.

Quali sono i tipi di laser attualmente utilizzabili?

Definiamo come LLLT (low level laser therapy o laser terapia di bassa potenza) l’utilizzo di una potenza di emissione inferiore a 500mWatt; definiamo come HLLT (high level laser therapy o laser terapia di potenza) o in altre versioni HILT (high intensity laser therapy) l’utilizzo di una potenza di emissione superiore a 500 mWatt.

L’utilizzo di entrambe determina un processo di “foto attivazione” che può essere di tipo non termico o parzialmente termico.

Esistono, come per i farmaci, dei dosaggi consolidati per l’applicazione della laserterapia?

La dose del laser è espressa in Joule/cm2. Si ricava dal rapporto tra la densità di potenza in uscita del laser (espressa in Watt) moltiplicata per il tempo di esposizione (espresso in minuti secondi), il totale diviso per l’area irradiata (espressa in cm2). I dosaggi variano a secondo del tipo e della potenza del laser utilizzato. I tempi di irradiazione possono variare tra i 20” ed i 5 minuti.

Quale è la definizione di laser agopuntura?

E’ così definita l’irradiazione di punti di agopuntura con un laser. Nella letteratura viene equiparata alla irradiazione di punti “ashi”, tender points e punti trigger grazie all’ottenimento di risultati terapeutici sovrapponibili.

A secondo delle modalità applicative distinguiamo:

  • “laser agopuntura” ovvero la stimolazione sequenziale di ognuno dei punti sopracitati mediante un unico manipolo laser.
  • “auriculo laser agopuntura” ovvero l’utilizzo sui punti dell’orecchio di particolari frequenze di emissione del laser.
  • “laser needle (laser come ago) agopuntura” ovvero il posizionamento superficiale sulla cute di diversi punti di agopuntura o assimilabili di più sorgenti laser le quali eroghino simultaneamente lo stesso o diversi stimoli luminosi.
  • “laser moxibustione” ovvero la stimolazione dei punti precedenti tramite una sorgente HLLT, laser di alta potenza.
  • “ago laser”, viene infisso in un punto di agopuntura un’ago per infiltrazioni in cui è inserita una fibra ottica che veicola all’interno del punto di agopuntura la radiazione laser.

Dal punto di vista sperimentale gli effetti dello stimolo con laser sui punti di agopuntura sono i medesimi di quelli ottenuti con l’ago?

Il punto di agopuntura LR8 o Fegato 8 è stato stimolato con l’ago semplice oppure con il laser. Questo ha determinato la attivazione di differenti aree cerebrali. Ciò vuol dire che i diversi strumenti lavorano secondo meccanismi peculiari.

Il raggio del laser penetra alla profondità adeguata per l’agopunto che si vuole trattare?

Premesso che il concetto di profondità di puntura di un punto non è ancora bene esplicato anche nei migliori trial clinici.

Le lunghezze d’onda incluse nella “finestra terapeutica” (comprese tra 600 e 1070 nm) sono preferenzialmente candidate ad interessare in profondità gli agopunti non essendo particolarmente assorbite dai principali cromofori della cute quali melanina, emoglobina o acqua. Numerosi esperimenti hanno verificato come queste lunghezze d’onda siano sicuramente misurabili nei tessuti anche fino a 4 cm di distanza dalla sorgente.

Come si “stimola” un punto di agopuntura con il laser?

La sorgente laser deve avere una Potenza di uscita (Pu) di almeno 10mW. La dose per punto deve corrispondere ad almeno 0,5 Joule e la densità di potenza minima efficace per stimolare un punto di agopuntura quella almeno di 1,3 W/cm2. Sulla base di questi pochi concetti appare, comunque, chiaro come non sia possibile stimolare punti di agopuntura tramite un semplice laser pointer come spesso viene fatto.

Cosa intendiamo per laser moxibustione?

Laser moxibustione è l’applicazione sui punti di agopuntura di radiazioni laser HLLT di alta potenza ai fini di ottenere un effetto analogo a quello dell’utilizzo della classica moxibustione. Perché un laser al posto di una moxa? Perché riduce il rischio di ustioni del paziente attraverso un maggiore controllo della temperatura, perché non produce odori sgradevoli, perché evita l’esposizione ai fumi di combustione delle moxas che potrebbero contenere taluni composti cancerogeni o tossici per la salute.

Come agisce la laser moxibustione? Gli effetti sono riconducibili ad un’azione termica, ove il  trattamento determina a livello della cute un effetto calorico compreso tra 42 e 50°C, si ricorda per inciso che la soglia termica del dolore si situa intorno ai 45°C.

Vengono in genere utilizzati per questo tipo di stimolazione due tipi di device; un laser CO2 ed un laser diodico di lunghezza d’onda intorno agli 810 nm.

Dott. Losio