GLI ALTRI E NOI

Viaggio in Cina, inevitabili confronti con l’Italia

 

Lettere al Direttore

Giornale di Brescia

2 ott 2017, 14:00

Sono da poco rientrato dal mio ennesimo viaggio di studio in Cina presso la Università di Zhengzhou, capitale di 10 milioni di abitanti dell’Henan, regione della Cina di 100 milioni di abitanti. Dal 1991 frequento diverse Università di Medicina Tradizionale Cinese (Beijing, Nanjing, Tianjing, Shanghai, Guilin, Guanzhou) e ogni volta sono meravigliato per il continuo e costante sviluppo sociale ed economico di questo grande Paese di un miliardo e trecento milioni di abitanti. Inevitabili sono i confronti con l’Italia che, seppure abbia un minore territorio e meno abitanti, è pur sempre uno dei Paesi occidentali più importanti. La Cina ha una grande capacità di organizzazione nonostante abbia una massa enorme di persone: lo si tocca con mano nelle metropolitane, nelle scuole, negli ospedali, nelle strade. La gestione del verde urbano, dei giardini, degli spazi tra le strade e lungo le strade è eccezionale con persone dedicate al controllo e alla pulizia di tutti gli spazi verdi. Il controllo sociale è evidente con la presenza di videocamere ovunque. Il livello stipendiale è progressivamente aumentato con un benessere materiale evidente a tutti i livelli. Il livello di disoccupazione nel 2017 è del 4,2% rispetto all’11,7 % italiano. Dovunque si vedono giovani cinesi impiegati nelle varie funzioni e servizi. Difatti il PIL cinese annuale è del 7 % in rapporto al PIL italiano dell’1,3 % per il 2017. Nelle università e nelle varie scuole di vari livelli si possono osservare giovani molto seri impegnati nelle varie esperienze didattiche e sportive. In università gli studenti che non riescono a superare gli esami entro l’anno accademico sono costretti a rientrare a casa, lasciando il college. La Sanità, di cui mi occupo in particolare, è gestita con grande attenzione: ogni cittadino paga un quid di tasse in base al reddito e ha diritto ad una carta sanitaria elettronica con cui si approccia ai vari servizi sanitari, poliambulatori o degenza pagando un ticket che si diversifica secondo i 3 livelli degli ospedali. La Sanità ha il plusvalore di unire con par condicio la Medicina Occidentale (MO) con la Medicina Tradizionale Cinese (MTC) utilizzando le varie metodiche secondo linee guida e indicazioni cliniche. Nel grande Ospedale di Zhengzhou ci sono 100 sale operatorie, 6 camere iperbariche, sale di compensazione con poltrone per massaggio per i chirurghi, 2 tipi di farmacia per i prodotti chimici e per le erbe cinesi con possibilità di produrre estratti secchi, cartelle sanitarie informatizzate, sistema di trasporto elettronico in rete per referti, materiale biologico e farmaci, mense per il personale sanitario, ristorante per i parenti dei degenti, personale di polizia nei reparti etc. etc. Gli studenti di Medicina studiano in comune i primi 2 anni le materie di base per poi suddividersi nel triennio successivo al 50% tra chi studia la MO e di chi studia la MTC. È aumentato il disagio sociale con un aumento della depressione reattiva al 4,5% della popolazione per lo iato tra la disponibilità economica e i bisogni indotti dai mass media e dal confronto con i cinesi benestanti. La privacy è un concetto molto lontano dalla sensibilità cinese. La prevenzione primaria è un argomento molto sentito tra la popolazione e la dimostrazione è la massiccia partecipazione mattutina e serale alle ginnastiche cinesi quali il Qi Gong, il Taijiquan, danze collettive etc. Certo la democrazia come la si intende in Occidente non esiste e, secondo mio parere, non potrà mai esistere visto il numero elevato di cittadini suddiviso in diverse etnie. Il Partito Comunista Cinese è strutturato in modo piramidale analogamente alla gestione di Potere imperiale ed è, di fatto, la fotocopia e la interfaccia della struttura di comando dello Stato. Se dovesse cadere il PCC cadrebbe anche lo Stato Cinese!2017-09-03-PHOTO-00000283

Dr. Sergio Perini
Medico agopuntore
Gentile lettore, grazie per le interessanti informazioni che ci ha recapitato dalla Cina, da lei frequentata da oltre un quarto di secolo per motivi di studio. Sicuramente oggi per molti versi questo Paese va considerato tra quelli all’avanguardia per trasformazioni e innovazioni, anche se la tradizione mantiene comunque un suo peso (come nell’ambito della medicina). Certo, resta il fatto che non può essere altrettanto considerato un faro di modernità quanto a democrazia, ed avendo io il «difetto» originale di considerare la democrazia, come Winston Churcill, «la peggiore delle forme di governo, eccezion fatta per tutte le altre sperimentate finora», faccio personalmente fatica a sorvolare su questo particolare. Anche in nome del progresso o di una presunta pace sociale o interetnica. (g.c.)